Diocesi di Brindisi – Ostuni

“Chiamata alla santità nel mondo contemporaneo” Gaudete et Exsultate (da Curiosando)

Il mese di novembre si apre con la ricorrenza di “Tutti i santi”, con il ricordo, cioè, di coloro che hanno vissuto con fedeltà il dono di Dio. La Santità è il dono della vita di grazia, che ogni cristiano riceve con il Sacramento del Battesimo, è un cammino, un processo di identificazione con Gesù “fino a dare la vita per gli amici” (Gv 15,13). Come credenti siamo tutti chiamati alla santità, che non è un percorso riservato solo a individui straordinari, ma una proposta di Cristo ad ogni essere umano, al di là dei limiti che ognuno di noi ha in sé dalla nascita.

Ognissanti quindi non è la festa solo di coloro riconosciuti tali dalla Chiesa nel corso della storia ma anche dei tanti che hanno vissuto nella quotidianità una vita cristiana semplice e nascosta ma piena di fede e di amore a Dio e al prossimo. Anzi proprio essi sono, come affermato da Papa Francesco, “i testimoni più autorevoli della speranza cristiana perché l’hanno vissuta in pienezza nella loro esistenza, tra gioie e sofferenze, attuando le Beatitudini”.

Al centro della liturgia di questo giorno particolare vi è proprio il brano evangelico delle Beatitudini (Mt 5,1-12). Un testo che, come detto in più occasioni dal Papa, costituisce la vera “la carta d’identità del cristiano”, come lo è stata sicuramente per ogni santo e per lo stesso Gesù. Con esse si confronta e si scontra ogni credente che voglia vivere seguendo il suo Maestro. Attraverso di esse abbandoniamo man mano i comuni modi di essere che la nostra società ci trasmette, per orientare la nostra vita sulle orme di Cristo.

E quali esempi ci propongono le beatitudini?

I “poveri in spirito”, gli “afflitti”, “i miti”, “coloro che hanno fame e sete di giustizia”, i “misericordiosi”, i “puri di cuore”, gli “operatori di pace”, e perfino i “perseguitati”. Sicuramente categorie a cui non avremmo mai creduto si potesse associare il concetto di beatitudine. Beati, ovvero come ricordato dal Papa, “veramente felici, perché hanno scoperto il segreto della felicità autentica”.

Una felicità non fatta di apparenza, potenza, ricchezza ma che tutto confida e ripone nel Signore che non abbandonerà le sue creature perché “Cristo è risorto e anche noi saremo con Lui”.

«Per un cristiano non è possibile pensare alla propria missione sulla terra senza concepirla come un cammino di santità»

scriveva il Papa nella sua terza esortazione apostolica Gaudete et Exsultate, sul tema della “chiamata alla santità nel mondo contemporaneo”, spiegando che i santi non sono solo «quelli già beatificati e canonizzati», ma il «popolo» di Dio, cioè ognuno di noi, che può vivere la santità come un itinerario fatto di «piccoli gesti» quotidiani.

«La santità è il volto più bello della Chiesa»

afferma ancora in un altro passo Francesco.

La solennità di Tutti i Santi sia occasione per ognuno di noi per ricordare e riscoprire la personale e universale vocazione alla santità, sulla scia dei tanti fulgidi esempi che costituiscono i modelli sicuri per questo cammino, che ciascuno percorre in maniera unica, in maniera irripetibile. 

Basti pensare all’inesauribile varietà di doni e di storie concrete che c’è tra i santi e le sante: non sono uguali, ognuno ha la propria personalità e ha sviluppato la sua vita nella santità secondo la propria personalità e ognuno di noi può farlo, andare su quella strada con tutta la propria originalità.

Buon cammino!