Tre parole vi consegno che emergono dai testi della scrittura: vita, testimonianza e Eucaristia.
Gesù nel Vangelo afferma: “Chi ama la propria vita la perde” . Perdere la vita è per Gesù un ideale grande che equivale a conservarla per sempre. Gesù è quel chicco di grano caduto nel solco della storia che muore e produce molto frutto. Così lui ha donato la vita. Ha servito il padre e l’umanità. Ha compiuto la missione del Padre e ha offerto all’uomo la speranza della vita eterna. Questi due ideali sono stati fondamentali nel suo essere dono di vita. L’apostolo Pietro ci ha esortati: ” Se dovrete servire per la giustizia, beati voi! Non sgomentatevi adorate il Cristo e date ragione di speranza a chi vi domanda”. La speranza è una chiamata alla coerenza. La testimonianza nasce da una vita interiore che si coltiva con l’Eucaristia, ecco perché la comunità in questa settimana ha richiamato il “Ritorno al gusto del pane”( Slogan della Settimana Eucaristica).
E’ attorno all’Eucaristia e alla comunione sinodale che cresce la Chiesa. La vita, la testimonianza, il pane eucaristico sono fondamento della vita dei martiri. Le scelte della vita maturata nell’ascolto del Vangelo danno testimonianza fino alle estreme conseguenze. In ogni celebrazione dell’eucaristia ci è consegnato il pane della vita: ci coinvolge e spinge la Chiesa al dono di sé. Al termine della messa l’invito “andate” non è fuga, ma invio ad una vita missionaria. La celebrazione dell’eucaristia è un esercizio di umanità nuova per fare nuova la vita della storia. Il pane spezzato nutre la speranza ed è forza di testimonianza. I martiri hanno amato e servito la vita e sono stati dono che ancora noi oggi ci nutriamo della loro testimonianza, per vivere e servire il Vangelo di Gesù nei solchi della storia.